15/06/2013

ITALIA - MONGOLIA

Dopo laTransAfrica da Tunisi a Città del Capo e la serie di viaggi in Sud America puntiamo decisamente a est verso la Cina.

Anche questa volta abbiamo deciso di realizzare l'itinerario a tappe in modo da avere il tempo sufficiente da dedicare ai vari punti di interesse che caratterizzano questo lungo viaggio.

Partiremo quindi a metà giugno 2013  per un primo tratto che ci porterà attraverso Ucraina - Russia - Kazakistan e Uzbekistan fino in Mongolia  alla capitale Ulan Bator dove arriveremo attorno al 15 luglio. Torneremo poi la seconda metà di agosto per percorrere il tratto dalla Mongolia a  Pechino. Durante questa tappa attraverseremo i deserti del nord della Cina tra i quali lo spettacolareBadain Jaran. 

Al termine del viaggio i veicoli potranno rientrare incontainer in Italia, oppure rimanere a Pechino per il viaggio di fine novebre attraverso Cina - Laos e Cambogia.

Possibilità di partecipare con il proprio veicolo, con i nostri veicoli a noleggio o come passeggero delle auto dell'organizzazione.

Il viaggio é confermato, abbiamo ancora posto per 4 equipaggi.

Programma di viaggio:

ITALIA - MONGOLIA

Dal 15 giugno al 17 luglio 2013

ITALIA-SLOVENIA-UNGHERIA-UCRAINA-RUSSIA-KAZAKISTAN-UZBEKISTAN-KAZAKISTAN-RUSSIA-MONGOLIA

 


 


 



 


 


Un lungo viaggio verso est che ci porterà ad attraversare molte realtà diverse permettendoci di vedere e conoscere luoghi, stili di vita e popolazioni ricchi di storia e tradizioni.

 

Iniziamo il nostro itinerario dall’Italia, per poi attraversare Slovenia e Ungheria, in seguito le sterminato pianure coltivate di Ucraina e Russia ci portano fino al confine con il Kazakistan, il paesaggio muta, diventa più arido i campi lasciano lo spazio a una steppa più desolata, si scende inoltre di quota fino ad essere sotto il livello del mare, le temperature si fanno più alte e il clima è semidesertico. Siamo in Uzbekistan cuore dell’ Asia Centrale, nella depressione che comprende il mar Caspio e il lago Aral. Quest’ultimo a causa della monocoltura del cotono praticata nella regione da decenni su larga scala è oramai quasi completamente prosciugato.

Siamo lungo le antiche rotte commerciali tra Oriente e Occidente conosciute come la Via della Seta e, in vari momenti della storia, culla di potere, sapienza e cultura, L’Uzbekistan ha l’eredità storica e architettonica più interessante dell'Asia Centrale, con città che sono veri e propri musei a cielo aperto, ricche di moschee turchesi, minareti, monumenti da fiaba, in un turbinio di colori, forti sapori, miti e suggestioni.

La prima città della Via della Seta che visitiamo è Khiva, intrigante cittadella raccolta all’interno della cinta di mura, da molti considerata la città più bella dell’Uzbekistan.

La seconda tappa è Bukhara, la città più santa, i cui edifici ricordano periodi importanti della sua turbolenta storia di invasioni e battaglie contro Arabi, Mongoli e contro Tamerlano.

Ecco infine Samarcanda, città mito di cui Alessandro Magno disse: “Tutto quello che ho udito di Marakanda è vero, tranne il fatto che è più bella di quanto immaginassi”.

Lasciamo le città sulla Via della Seta per raggiungere Tashkent, la capitale uzbeka, con i suoi nuovi palazzi pubblici, moderni e avveniristici in netto contrasto con il resto del paese.

 

Entriamo in Kazakistan costeggiando le spettacolari montagne che segnano il confine con il Kirghizistan, le vette più alte superano i quattromila metri e normalmente in questo periodo sono ancora innevate. Tappa ad Almati capitale del Kazakistan fino al 1998. I tratti somatici delle persone che abbiamo visto nel corso della prima parte di questo viaggi sono cambiati mano a mano che ci siamo spostati verso est, sotto l’influsso di secoli di intrecci di varie popolazioni. Giunti ora ad Almati il mix raggiunge il massimo , siamo a poche centinaia di chilometri dalla Cina e la sua influenza e sempre più predominante. Puntiamo a nord attraverso le sterminate steppe per raggiungere nuovamente la Russia, entriamo nel territorio della repubblica indipendente degli Altai, una regione autonoma della grande Russia. Geograficamente siamo in Siberia e più precisamente nella parte sud-occidentale. Dopo tanta pianura desolata il paesaggio si fa più interessante con boschi e fiumi. Saliamo di quota in una valle caratterizzata da piccoli paesini con casette in legno con porte e finestre colorate.

Entriamo in Mongolia i paesaggi si fanno ampi, le piante scompaiono, lo sguardo spazia a 360 gradi sulla steppa. L’itinerario si snoda attraverso le spettacolari montagne degli Altai, con sterrati a volte anche impegnativi e le immense distese che caratterizzano la parte centrale della Mongolia. L’incontro coi il fiero popolo mongolo rappresenta poi un valore aggiunto impagabile. A parte poche piccole cittadine che troveremo in questa parte del paese tutto il resto della popolazione è ancora costituita da nomadi che vivono nelle “ger”, la tradizionale tenda circolare bianca che spostano regolarmente da due a quattro volte all’anno per seguire i ritmi degli animali che allevano: pecore, capre, yak, cammelli e soprattutto cavalli. Siamo infatti nella terra dell’eroe che conquistò il mondo senza mai scendere da cavallo: Gengis Khan.

Durante il periodo che attraverseremo la Mongolia sarà in svolgimento il Naadam, la festa nazionale che prevede nelle maggiori città gare di corse con i cavalli, lotta tradizionale mongola e tiro con l’arca. Un motivo di interesse in più per il viaggio

Ma la Mongolia è anche una terra di grande spiritualità, dove convivono in armonia buddismo e sciamanismo. Avremo occasione di costatarlo parecchie volte lungo il nostro percorso quando incontreremo gli “ovoo” , cumuli di pietre presso i quali i viandanti lasciano piccole offerte e appendono le sciarpe cerimoniali azzurre, simbolo del cielo del dio Tengri.

In occasione della visita di Kharkhorin, l’antica capitale, avremo occasione di scoprire il monastero buddista più grande di tutta la Mongolia, circondato da una muraglia caratterizzata da 108 magnifici stupa.

Tappa finale del nostro viaggio la capitale Ulan Bator, città dai forti contrati, in bilico tra tradizioni e modernismo che avanza in modo prorompente.



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